mercoledì 1 giugno 2011

Storia dell'Angelus


La recita dell'"Angelus", accompagnata dal suono delle campane delle chiese, ebbe inizio nel 1200, secolo di grande devozione alla Madonna. Dapprima si chiamò "preghiera della pace": aveva, infatti, lo scopo di onorare il Figlio di Dio che, incarnandosi nel seno della Vergine Maria, ha posto i fondamenti della pace tra Dio e gli uomini.
Si usava recitarlo solo alla sera, perché si riteneva che l'Arcangelo Gabriele si fosse presentato alla Vergine di Nazareth verso il tramonto. All'inizio era composto dalle parole della prima parte dell'"Ave, Maria", ripetute più volte. Solo più tardi, assunse progressivamente la forma attuale. 
Ma chi ne fu l'iniziatore?  
Alcuni ritengono che la pia pratica sia sorta in Germania, appunto all'inizio del XIII secolo. Lo deducono da espressioni, incise sulle campane del tempo: "Ave Maria, Rex gloriae Christe, veni cum pace" (Ave, Maria, Cristo, re della gloria, vieni nella pace); oppure: "Maria vocor, o Rex gloriae, veni cum pace"  (Mi chiamo Maria, Re della gloria, vieni nella pace). Altri attribuiscono l'origine della pratica mariana a Gregorio IX [1241], il Papa che fu eletto a 85 anni e morì quasi centenario. 
Le prime notizie certe sulla recita dell'"Angelus" 
La prima notizia certa dell'Angelus Domini risale al 1269, al tempo in cui era Generale dell'Ordine francescano san Bonaventura da Bagnoregio, detto il "dottore serafico". Fu un Capitolo Generale dei Frati Minori tenutosi a Pisa in quell'anno che prescrisse ai religiosi di salutare la Madonna ogni sera con il suono della campana e la recita di qualche Ave Maria, ricordando il mistero dell'Incarnazione del Signore. Fu stabilito anche che "i frati nei discorsi persuadessero il popolo a salutare alcune volte la Beata Vergine Maria al suono della campana di Compieta (alla sera, quindi), perché è opinione di alcuni solenni dottori che in quell'ora essa fosse salutata dall'Angelo".
Il noto letterato frate Bonvesin de la Riva, milanese, vissuto dal 1240 al 1313, appartenente all'Ordine degli Umiliati, fece sua la disposizione dei frati francescani ordinando alla città di Milano e dintorni di suonare ogni sera l'Ave Maria. Ricordiamo che il Bonvesin fu il più geniale anticipatore di Dante con la sua opera che porta il titolo di: " Libro delle tre scritture ". De scriptura nigra, nel quale descrive le pene dell'inferno. De scriptura rubea, con la quale fa una commossa rievocazione della Passione del Signore. De scriptura aurea, una entusiastica esaltazione del Paradiso.
Da Milano la pia usanza si estese un po' dovunque. La notizia giunse agli orecchi di Papa Giovanni XXII (1245-1334) il quale non solo la incoraggiò, ma diede ordine al suo Vicario Generale di Roma di far suonare la campana ogni giorno, perché la gente "si ricordi" di recitare tre Ave Maria in onore dell'Annunciazione di Maria, detta comunemente "il saluto dell'Angelo ".
Queta pratica nel 1274 la si trova a Magonza, e nel 1288 a Lodi, ove lo 'Statuto dei Calzolai' ordinava che essi dovessero subito smettere il lavoro, al Sabato sera e alla Vigilia delle feste della Madonna, "appena udito il primo suono delle campane dell'Ave Maria, dal campanile della Chiesa Maggiore", pena la multa di 20 'imperiali'!”
In un Decreto del 'Sinodo di Strigonia' [in Ungheria] del 1307 si prescriveva che tutte le sere si suonasse la campana ad instar tintinnabuli [ossia: dolcemente], e si concedevano indulgenze ai fedeli che a quel suono avessero recitato tre Ave Maria.
Il cammino continuò sempre più spedito. Dalla sera si passò anche al mattino, a partire dal 1400 in poi. Nel 1456 il papa Callisto III prescrisse il suono delle campane dell'Angelus anche a mezzogiorno con la recita di tre Ave Maria.
Il re Luigi Xl ordinò, in Francia, il suono delle campane invitando i suoi sudditi a ricordarsi della Vergine Madre di Dio, e lui stesso all'annuncio scendeva da cavallo e s'inginocchiava sulla nuda terra.
Di recente…. 
Fu cara a sommi Pontefici, in particolare al papa Paolo VI, che l'ha inclusa nel suo documento meraviglioso sulla devozione alla Madonna e che porta il titolo di "Marialis cultus ". È uno dei trattati più belli di tutti i tempi sulla Madre di Dio; senza dubbio il migliore del Concilio e dopo il Concilio Vaticano Il. Papa Montini esorta a mantenere viva la consuetudine di recitarlo ogni giorno.
Questa preghiera è stata "carissima" a papa Giovanni Paolo II che l'ha costituita momento d'incontro con i fedeli di tutto il mondo, in piazza san Pietro, per le sue esortazioni paterne, per le sue conversazioni amichevoli, confidenziali. 
O Vergine, o Signora, o Tuttasanta,
che bei nomi ti serba ogni loquela!
Più d'un popol superbo esser si vanta
in tua gentil tutela. 
Te, quando sorge, e quando cade il die,
e quando il sole a mezzo corso il parte,
saluta il bronzo, che le turbe pie
invita ad onorarte.
 (A. Manzoni, Il nome di Maria)